giovedì 4 luglio 2013

Inferno

Direi proprio che questa non è decisamente la classica lettura estiva, leggera, frizzante e allegra che si può leggere tranquillamente rilassandosi un po'...
Chi conosce Dan Brown sa che ogni suo romanzo si sviluppa con descrizioni dettagliate dei luoghi e dell'arte in cui si muovono i personaggi, con ritmi sempre più avvincenti (anche se, devo ammetterlo, in questo libro sono stati meno accattivanti del solito).
Mi sono ritrovata così immersa tra storia dell'arte, letteratura italiana e ricordi turistici....
Si, avete letto bene, proprio ricordi turistici.... perché  ho avuto la fortuna di visitare personalmente molti dei monumenti di cui si parla e ho quindi "cercato" nella mia memoria immagini per ambientare al meglio, e a modo mio, la trama.
Ma ciò che ha lasciato il segno nei miei pensieri è la "problematica" sociale attorno a cui ruota l'intera trama, che dovrebbe davvero far riflettere chiunque. Non vi svelerò nulla, vi lascio solo una frase simbolo di questo romanzo: "I luoghi più caldi dell'inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali". Il significato di queste parole è che nei momenti di pericolo, non esiste peccato più grave dell'inerzia. Non lasciamoci soccombere dalla società... combattiamo per essere noi stessi parte attiva del miglioramento.  

 
Dalla copertina:
Il profilo di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di "infernale" ha molto. Il ritmo e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi. Non è sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale. È un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.

Buona lettura!

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