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mercoledì 5 marzo 2014

L'ultima favola russa

Vi sarete forse accorti che è da un pò di tempo che non pubblico nulla con etichetta "il lettore curioso"... se ve lo siete chiesti, no, non è perchè ho abbandonato la lettura, quanto, piuttosto, perchè ero alle prese con un testo particolare, che personalmente ho trovato "pesantino" anche se affascinante e molto interessante.
 
Ne L'ultima favola russa, Francis Spufford racconta la storia dell'Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e Sessanta, facendo vivere a personaggi veri e inventati vicende storiche documentate. Assieme a loro, ci troviamo quindi in un mondo diverso da quello che siamo abituati a vedere, spesso falsato dalla propaganda politica e perennemente in concorrenza con l'economia ed il progresso americano. Storie di vita di persone che hanno creduto e lavorato per far si che il loro sogno si avverasse, credendo nello sforzo comune...
 
E per una strana casualità, ho finito questa lettura proprio ieri sera, mentre in televisione si parlava dell'attuale crisi Russia - Ucraina: questo libro, questa coincidenza, m'ha fatto riflettere e sentire più vicina la popolazione coinvolta.
 
 
Dalla copertina:
È con un punto di vista originalissimo, che Francis Spufford racconta la storia dell'Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Una serie di personaggi veri e inventati si muovono sullo sfondo di vicende storiche ben documentate per darci il quadro generale di un periodo intricato, spesso falsato dalla propaganda politica: la corsa dell'"economia pianificata" in gara con quella americana per il primato di ricchezza e progresso. Il racconto comincia con un personaggio reale, Leonid Kantorovic, matematico geniale, premio Nobel per l'economia: è il 1938, il giovane Leonid è a Mosca, in tram, pensa a come ottimizzare la produzione di compensato e... a come comperarsi un paio di scarpe nuove. Un altro personaggio ben noto, Nikita Krusciov, sta sorvolando l'Atlantico con un Tupolev, diretto per la prima volta negli Stati Uniti, quando si accorge che c'è il rischio di un incidente diplomatico già all'aeroporto di Washington... E poi le storie, tragiche, comiche, tragicomiche, di Emil, Galina, Fyodor, Zoya, personaggi "inventati ma veri", che rappresentano la generazione stregata dalla promessa del "radioso avvenire". Fino al 1968, quando Zoya viene espulsa dal laboratorio di ricerca di Akademgorok, sul mare di Ob', per aver firmato una lettera di protesta pubblicata dal "New York Times". L'autore racconta la storia di un'idea con un tono leggero, spesso ironico: il dramma di un popolo che crede nelle favole prende forma da solo, senza bisogno di enfasi o di scene tragiche.

3 commenti:

  1. La Russia è un paese che mi affascina tantissimo, ma che purtroppo conosco ancora molto poco...

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    1. Affascina molto anche me, e mi piacerebbe visitarla.... ma ora come ora avrei paura... ma chissà, in futuro...

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  2. Bel suggerimento, credo proprio che ne farò tesoro!

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